La presenza del vitigno Barbera nell’albese risale alla seconda metà del ‘600 quando vengono introdotti alcuni tralci impiantati dall’astigiano. Il periodo di maggiore diffusione si registra invece verso il 1860-1870 come testimoniato da Lorenzo Fantini, nella sua “Monografia sulla Viticoltura e Enologia nella Provincia di Cuneo”. Il vitigno ebbe particolare successo in seguito al reimpianto dei vigneti su piede americano, a causa della filossera, dimostrandosi resistente e produttivo.
La Barbera d’Alba è un vino ricco di colori che si richiamano in genere al rubino purpureo; il profumo è ampio e composito, con note fruttate che ricordano la mora, la ciliegia, la fragola e la confettura di frutti rossi e sentori speziati che richiamano la cannella, la vaniglia, il pepe verde.
Il sapore, pieno e corposo, attenua la caratteristica di acidità tipica del vitigno. Si utilizzano con successo legni piccoli adatti al tipo di vino, proprio perché anch’essi smorzano l’acidità che – va precisato – resta fondamentale per l’equilibrio di gusto del prodotto e per una buona, piacevole bevibilità e digeribilità.
Negli ultimi anni la Barbera piemontese ha ottenuto la stima del pubblico perché si è dimostrata capace di offrire, tramite appropriati processi di vinificazione, sia ottimi vini di pronta beva, sia vini di media longevità e buona struttura che resistono al tempo e confermano, dopo molti anni, i caratteri più originali di una terra e di un vitigno dal particolare prestigio.